Archivio per la categoria ‘Uncategorized’

14 aprile 2014: multicelle, fulmini e luna piena.

Pubblicato: aprile 15, 2014 da altairtk in Uncategorized

Nella serata di ieri come da aspettative, l’ingresso di un nucleo di aria fredda da Nord Est ha generato instabilità sulle pianure di Friuli e Veneto Orientale.

Su queste zone ha soffiato per tutto il giorno un sostenuto vento di scirocco, dovuto al richiamo prefrontale, che ha difatti innalzato i valori di umidità dell’aria e le temperature di dew point dando energia per i fenomeni convettivi.

Sul Veneto occidentale invece, la convezione è stats in parte inibita da venti di caduta dall’Appennino emiliano più secchi che han tolto il “carburante” per lo sviluppo di temporali.

Temperatura e altezza geopotenziali alla quota di 500 hPa.Si nota l’ingresso da NE di una massa di aria molto più fredda rispetto la precedente.
Temperatura e altezza geopotenziali alla quota di 850hPa.L’aria fredda entra sul Triveneto da NE.

Verso le 20-21 di ieri sera, il fronte freddo iniziava a superare l’arco alpino e i primi sbuffi di aria fredda hanno dato il via alle danze in particolare nelle zone in cui i venti convergevano da direzioni opposte.

Mappa che mostra la convergenza al suolo dei venti e relativo accumulo locale di umidità.

I modelli mostravano come le zone interessate da maggiore instabilità fosse le basse pianure di Veneto e Friuli Venezia Giulia parte delle Alpi orientali.

L’immagine radar OSMER seguente ben evidenzia come le zone colpite da temporali siano corrispondenti alle zone indicate dai modelli.
Radar OSMER FVGwww.osmer.fvg.it
Questo sistema temporalesco di tipo multicellulare ha prodotto rovesci sparsi, anche di moderata intensità specialmente nella città di Trieste dove la grandine ha raggiunto dimensioni degne di nota.
Grandine a Trieste città, fonte Forum Meteotriveneto.it
Notevole per il periodo è stata anche l’attività elettrica.
Si sono visti anche fulminazioni di tipo CA (cloud-air= nube-aria).
Dal sito di Alberto Gobbi, vediamo cosa sono questi fulmini:

I fulmini CA si verificano quando una scarica elettrica si propaga tra un accumulo di cariche negative o positive all’interno della nube e una zona di cariche opposte nell’atmosfera circostante.
Solitamente sono fulmini molto più sottili, deboli e corti dei precedenti e prevalgono di gran lunga alla sommità della nube: perciò sono anch’essi visibili da grande distanza.

ed ecco qua le foto di Giorgio Pavan, scattate in zona Caorle:
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Ieri sera poi, vi era la luna piena e vicino ad essa splendeva anche il pianeta Marte.
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da una collaborazione MeteotrivenetoMeteonetwork
Giorgio Pavan, Giuliano Nardin, Stefano Stevanato, Massimo Michieli

Veneto 23 marzo: grandine, neve e trombe d’aria.

Pubblicato: marzo 26, 2014 da altairtk in Uncategorized

Altro che primavera. Domenica, come ampiamente previsto dai modelli MeteoNetwork, l’Italia è stata investita da una forte andata di maltempo che non ha risparmiato il Veneto provocando danni e panico soprattutto nel Trevigiano e nel Veneziano dove una tromba d’aria ha provocato lievi danni e anche forti ritardi dei treni. La grandine poi ha fatto la sua comparsa nel Padovano e nel Veronese in Valpolicella, con chicchi anche del diametro di 4 cm, durata una decina di minuti, ha ricoperto di bianco strade e campi, con danni a ciliegi, albicocchi ed altri alberi che già erano in fiore destando non poca preoccupazione tra i coltivatori.

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Grandine nel Veronese fonte Instagram e a Sommacampagna  (VR) fonte twitter @msommacampagna

Nel Bellunese invece è ricomparsa la neve, Chiusi per pericolo valanghe il Falzarego, il Valparola e il Giau. Le nevicate che hanno interessato nella notte l’Alto Bellunese non hanno mancato di provocare disagi alla circolazione, obbligando Veneto Strade a disporre la chiusura dei tre passi dolomitici.

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 Immagini da Instagram tag #Cadore domenica 23 marzo 2014.

Come ben si sà la nostra regione e il vicino Friuli son famosi per fenomeni intensi temporaleschi, una domenica da ricordare sopratutto per i  cacciatori di temporali.Nel dettaglio la giornata è stata divisa in due fasi: passaggio del fronte caldo della perturbazione la mattina e ingresso del fronte freddo nel pomeriggio.

animazione Satellite al Visibile – Sat 24.comSe da un lato il fronte caldo ha generato un maltempo di tipo autunnale, dall’altro il fronte freddo ha esaltato l’instabilità atmosferica (dopotutto siamo in primavera).

 animazione radar Teolo – Arpa Veneto

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I modelli di previsione avevano discretamente inquadrato la situazione mostrando la possibilità di fenomeni temporaleschi organizzati.

Analisi accurata dell’evento a cura di Alberto Gobbi LINK

Nel pomeriggio di domenica sono stati avvistate numerose nuvole ad imbuto (funnel cloud) segno una forte propensione della colonna d’aria ad invorticarsi e generare piccole “trombe d’aria”.

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Funnel-cloud Bacino San Marco Venezia, immagine immortalata dalla webcam Ismar CNR

Video Funnel-cloud  Bacino San Marco Venezia, webcam Ismar CNR  LINK 

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L’evento più clamoroso è accaduto a Maserada di Piave dove uno di questi vortici ha raggiunto il suolo e quindi lo si può tranquillamente classificare come tromba d’aria o tornado.

Maserada di Piave (TV) foto di Giorgio Pavan

 Maserada di Piave (TV) foto di Giorgio Pavan

Maserada di Piave (TV) foto di Giorgio Pavan

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Maserada di Piave (TV) foto di Fabio Veneziano

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Maserada di Piave (TV) foto di Fabio Veneziano

Video LINK 

 

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Mestre (VE) Massimo Michieli

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 lungo il Muson a Resana (TV)  visuale sud-sud ovest   – foto di Giovanni Vivian

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Analisi accurata dell’evento a cura di Alberto Gobbi LINK

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Una collaborazione MeteoTriveneto/MeteoNetwork Veneto:
Giorgio Pavan – Giuliano Nardin – Massimo Michieli – Stefano Stevanato- Alberto Gobbi

 

VENETO 23 MARZO : GRANDINE-NEVE E TROMBE D’ARIA

Pubblicato: marzo 25, 2014 da massimo in Uncategorized

Nel corso del pomeriggio del 23 marzo 2014 una profonda saccatura si avvicina dalla Francia al Triveneto con un cospicuo carico di aria fredda alla quota isobarica di 500 hPa e con una considerevole curvatura ciclonica, come ben si evince dalla seguente mappa tratta dal modello WRF-ARW di MeteoNetwork.

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Eseguendo uno zoom sul nord Italia alla stessa ora (15 UTC, ovvero ore 16 locali) attraverso il modello ARW del Consorzio Lamma Toscana, si nota sopra la provincia di Treviso un’isola di aria “calda” (relativamente all’ambiente circostante, ellisse nera) di -24°C alla quota di 500 hPa, ma si nota anche l’avanzata da ovest della massa d’aria fredda (-30/-32°C) che in poche ore andrà ad instabilizzare i cieli del Triveneto a causa dell’aumento del gradiente termico verticale. E’ probabile che la persistenza di questa “isola di calore” abbia ulteriormente accentuato il contrasto termico con l’aria fredda in rapido avvicinamento dall’Emilia e dalla Lombardia.

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Inoltre, il contrasto è stato indubbiamente accentuato anche dall’aria secca in arrivo da sud, sempre alla quota indicativa di 5000 metri. Ovvero, si è trattato di uno scontro di masse d’aria molto diverse tra loro, sia da un punto di vista termico che igrometrico. Si apprezza, in particolare, il forte gradiente orizzontale di umidità indicato dall’ellisse nera sul territorio tra Venezia e Treviso: una condizione base predisponente quanto meno a forti moti verticali.

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Anche la mappa della temperatura potenziale equivalente a 1500 metri mostra aria umida preesistente sopra la pianura veneta (ellisse rossa): tale umidità verrà rapidamente convertita in cumulonembi dall’aria più fredda e secca in rapido avvicinamento graziealla presenza di un “Low Level Jet” da sudovest collegato all’asse ascendente della saccatura.

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Conferme dell’aria fortemente instabile giungono dal parametro DeltaThetaE, ovvero dalla differenza di temperatura potenziale equivalente tra la quota isobarica di 500 hPa e 850 hPa (ellisse rossa).

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Inoltre, la presenza di un minimo al suolo di 996 hPa (freccia ed ellissi bianche) ha favorito poi la convergenza ciclonica dei venti sul trevigiano con intenso scirocco caldo umido in risalita da sud/sudest, vento da nord più fresco e vento molto più secco in discesa da sudovest. Questo scontro è stata quasi certamente la “miccia” che ha innescato i forti temporali sul trevigiano.

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La mappa delle raffiche massime al suolo (km/h) e direzione del vento rilevate dalle stazioni della rete MeteoNetwork-MeteoTriveneto confermano tale dinamica. La freccia rossa rappresenta lo scirocco caldo-umido, quella blu i venti più freschi di rientro da nordest, mentre da sud stava giungendo di gran carriera l’aria secca dall’Appennino.

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I parametri termodinamici mostrano considerevoli quantitativi di calore latente, e più in generale di energia termodinamica, disponibili per la costruzione delle torri temporalesche. L’isola di acqua precipitabile di circa 25 mm indicata dall’ellisse nera, un buon CAPE per il periodo (circa 1500 J/kg, ellisse rossa), un considerevole Lifted Index (-7°C, ellisse nera) e assenza o quasi di inibizione alla convezione (CIN tra 0 e -10 J/kg), quando uniti ad una marcata ciclonicità e aria fredda in quota nonché a forte convergenza al suolo, sono tutti fattori predisponenti al rapido innesco di intensi sistemi temporaleschi. La freccia nera nell’immagine seguente rappresenta la forte corrente secca da sudovest che andrà in contrasto con l’aria più umida sopra il trevigiano.

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L’immagine satellitare al visibile mostra un complesso sistema temporalesco di tipo multicellulare sul Veneto orientale in spostamento verso il Friuli.

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Le immagini del radar ARPAV di Teolo mostrano alle 14.50 UTC un probabile eco ad uncino sul padovano con tanto di V-notch (ellisse nera), quindi verosimilmente una supercella (seppur effimera). 

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Un abbozzo di eco ad uncino sembra permanere anche alle 15.00 UTC (freccia nera): tale sistema temporalesco sembra non abbia dato origine ad eventi vorticosi, ma piuttosto a forti rovesci, forti fulminazioni e grandinate anche su vaste aree, seppur con chicchi di piccole dimensioni. Tuttavia ciò doveva rappresentare la prova tangibile di un considerevole “wind shear” che, com’è noto, è il fattore essenziale per la genesi di un qualunque evento vorticoso. Ancora, la freccia rossa individua un probabile inflow notch con un altrettanto probabile V-notch.

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Ed ecco infatti che alle 15.10 UTC il radar dell’OSMER mostra una sorta di eco ad uncino (freccia nera) sopra il comune di Maserada sul Piave (TV), in corrispondenza del lato sudoccidentale (area dell’inflow principale) di una mesolinea temporalesca ove si collocava un marcato gradiente di riflettività orizzontale (da 0 a 55 dBZ nello spazio di pochissimi chilometri). Si veda anche il relativo zoom.

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Alla luce di tutto il materiale finora analizzato, si ritiene che sul trevigiano si siano verificati tornado di tipo non supercellulare (“landspout”), nati lungo la linea di convergenza tra scirocco caldo-umido, vento più secco da sud-ovest e vento più fresco e umido da nord/nordest. Tali vortici sarebbero quindi comparsi sotto cumuli in sviluppo del tipo “pulse storm” inseriti in una mesolinea temporalesca facente parte a sua volta di una più complessa e vasta struttura multicellulare. In corrispondenza della suddetta linea di convergenza avviene l’incontro di masse d’aria a diversa velocità provenienti da diverse direzioni e aventi differenti valori di temperatura e umidità: la convergenza di basso livello favorisce la concentrazione della vorticità verticale. I vortici al suolo che ne risultano possono avere un diametro compreso tra i 40 metri ed i 4 chilometri e si chiamano misocicloni (Fujita, 1981), da non confondere con i mesocicloni presenti all’interno delle supercelle. Questi misocicloni quindi si allungano in verticale mediante l’updraft del cumulo in crescita e si intensificano dando origine a tornado generalmente di debole intensità. Perché si generi questo tipo di landspout sono necessari un buon CAPE, CIN nullo o quasi e un forte gradiente termico verticale. Considerato che l’origine di questi vortici ha sede vicino al suolo, il radar può facilmente oltrepassare questa circolazione tornadica (assenza di eco ad uncino e della Tornado Vortex Signature). In effetti, il segnale di velocità radiale del radar Doppler dell’OSMER era assai incerto. Genesi di landspout da una linea di convergenza al suolo con relativi misocicloni, quest’ultimi indicati con le lettere (schema adattato da Szoke et al., 1984) (da Temporali e Tornado, ed. Alpha Test. 2009) Inoltre, le numerose immagini e video dei tornado o funnel cloud non mostrano mai una wall cloud ben definita, ma al più alcuni lowering “fisiologici” data la favorevole concatenazione di tutti i fattori finora esaminati, senza dimenticare l’orario propizio in cui si sono innescati i temporali (metà pomeriggio) quando la temperatura dell’aria prossima al suolo raggiunge i valori massimi incrementando ulteriormente il gradiente termico verticale. Infine, alcuni osservatori hanno notato anche la contemporanea presenza di più nubi ad imbuto prive di wall cloud: ciò sembra avallare la tesi dei misocicloni da mesolinea. In altri termini, ciascun funnel cloud sarebbe sceso da una pulse storm, allineate secondo la mesolinea temporalesca ben visibile nelle scansioni radar.

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Genesi di landspout da una linea di convergenza al suolo con relativi misocicloni, quest’ultimi indicati con le lettere (schema adattato da Szoke et al., 1984) (da Temporali e Tornado, ed. Alpha Test. 2009).

Inoltre, le numerose immagini e video dei tornado o funnel cloud non mostrano mai una wall cloud ben definita, ma al più alcuni lowering “fisiologici” data la favorevole concatenazione di tutti i fattori finora esaminati, senza dimenticare l’orario propizio in cui si sono innescati i temporali (metà pomeriggio) quando la temperatura dell’aria prossima al suolo raggiunge i valori massimi incrementando ulteriormente il gradiente termico verticale. Infine, alcuni osservatori hanno notato anche la contemporanea presenza di più nubi ad imbuto prive di wall cloud: ciò sembra avallare la tesi dei misocicloni da mesolinea. In altri termini, ciascun funnel cloud sarebbe sceso da una pulse storm, allineate secondo la mesolinea temporalesca ben visibile nelle scansioni radar.

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Funnel-cloud Bacino San Marco Venezia, immagine immortalata dalla webcam Ismar CNR

        Video Funnel-cloud  Bacino San Marco Venezia, webcam Ismar CNR  LINK 

L’evento più clamoroso è accaduto a Maserada di Piave dove uno di questi vortici ha raggiunto il suolo e quindi lo si può tranquillamente classificare come tromba d’aria o tornado.

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Maserada di Piave (TV) foto di Giorgio Pavan

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Maserada di Piave (TV) foto di Giorgio Pavan

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   Maserada di Piave (TV) foto di Fabio Veneziano

Video LINK 

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Zelarino (VE) Massimo Michieli

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lungo il Muson a Resana (TV)  visuale sud-sud ovest   – foto di Giovanni Vivian

La grandine poi ha fatto la sua comparsa nel Padovano e nel Veronese in Valpolicella, con chicchi anche del diametro di 4 cm, durata una decina di minuti, ha ricoperto di bianco strade e campi, con danni a ciliegi, albicocchi ed altri alberi che già erano in fioredestando non poca preoccupazione tra i coltivatori.

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Grandine nel Veronese fonte Instagram e a Sommacampagna  (VR) fonte twitter @msommacampagna.

Nel Bellunese invece è ricomparsa la neve, Chiusi per pericolo valanghe il Falzarego, il Valparola e il Giau. Le nevicate che hanno interessato nella notte l’Alto Bellunese non hanno mancato di provocare disagi alla circolazione, obbligando Veneto Strade a disporre la chiusura dei tre passi dolomitici.

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Immagini da Instagram tag #Cadore domenica 23 marzo 2014.

Una collaborazione MeteoTriveneto/MeteoNetwork Veneto:
Giorgio Pavan – Giuliano Nardin – Massimo Michieli – Stefano Stevanato –  Alberto Gobbi

 

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STATISTICA DATI ARCHIVIO STAZIONE DAVIS ZELARINO 2013

Pubblicato: febbraio 1, 2014 da massimo in Uncategorized

STATISTCA 2013

Veneto, venti freddi e splendidi panorami

Pubblicato: novembre 28, 2013 da altairtk in Uncategorized

Da inizio settimana i venti freddi provenienti dall’europa continentale hanno contribuito abbassare notevolmente la temperatura, specialmente nella montagna Veneta:  Cortina d’Ampezzo (Belluno) che registra -8 gradi con uno scarto negativo di oltre -5 gradi rispetto alla media stagionale. Il freddo intenso – secondo le rilevazione dell’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto (Arpav) – colpisce tutte le aree montane con scarti, rispetto alla media stagionale, che vanno dai 5,5 gradi in meno in quota ai 3 gradi in meno nelle valli. La località che ha registrato la notte più fredda è Arabba con -12 seguita con -10 da Sappada e Falcade tutte nel Bellunese e sempre a -10 Asiago nel Vicentino. Santo Stefano di Cadore (Belluno) ha fatto segnare -9.

Temperature minime rete MeteoNetwork

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Dati real-time dalle stazioni MeteoNetwork: LINK

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Tali condizioni meteorologiche contribuiscono ad avere una limpidezza tale da vedere l’arco Alpino a occhio nudo anche dalla costa Veneta.

Da Stretti di Eraclea (VE) foto di Giorgio Pavan, Strada che sale da Aviano verso Piancavallo.

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Da Punta Sabbioni (VE) foto di Giuliano Nardin –  Monte Antelao con in primo piano l’Isola di Burano, con il classico campanile storto.

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Da Mestre (VE) foto di Paolo Riccato –  monte Civetta 

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Da Lido di Venezia foto di Nicolò Miana – www.nicolomiana.com Venezia e le Pale di San Martino

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Da Lido di Venezia foto di Nicolò Miana – www.nicolomiana.com Venezia  davanti al monte Civetta.

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Link a qualche scatto panoramico: di Giuliano Nardin e di Giorgio Pavan

Una collaborazione MeteoTriveneto/MeteoNetwork Veneto:
Giorgio Pavan – Giuliano Nardin – Massimo Michieli – Stefano Stevanato.

 

La coda di un fronte atlantico che aveva causato non pochi danni e disagi nei paesi del nord Europa nei giorni scorsi, è giunta sul bacino del Mediterraneo generando episodi temporaleschi di rilievo, la situazione che il fronte ha trovato era praticamente estiva nonostante in pianura i cieli fossero coperti da nubi basse e nebbie. Erano diversi giorni, infatti, che il nostro territorio era sotto l’influenza di un anticiclone sub tropicale.

Questo tipo di figura barica in estate porta condizioni di caldo afoso. In questa stagione, in cui le ore di sole sono in minoranza, invece, si crea una cappa di foschia al suolo mentre sui monti, al di sopra dello strato di inversione, si hanno giornate soleggiate ed estremamente miti per il periodo.

Quindi, se al periodo mite associamo pure una leggera ventilazione di scirocco che carica ancor più di umidità i bassi strati dell’atmosfera, ne conviene che alla prima occasione, con uno sbuffo fresco, si vengono a creare le condizioni per lo sviluppo di temporali.

In particolare nella mattina del 29 ottobre, le stazioni della rete meteonework  nel Veneto orientale hanno raggiunto e in qualche caso superato i 20° di dew point di. Questo valore è notevole considerato il periodo (fine ottobre) e considerato che tali valori si hanno in mesi prettamente estivi. Questo va detto per capire che le condizioni per fenomeni temporaleschi forti erano già presenti fin dal mattino.

Il peggioramento si è svolto in due fasi:
la prima poco dopo pranzo, la seconda in serata.

Il primo episodio temporalesco ha coinvolto principalmente la località di Stretti e zone limitrofe, il fronte è arrivato da ovest dando origine ad una spettacolare shelf cloud.

Foto di Giorgio Pavan

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Il fronte temporalesco dall’immagine del radar OSMER

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precipitazioni localizzate, praticamente assenti lungo costa,  rete MetoNetwork

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Il secondo episodio invece, è avvenuto in serata ma non ha colpito la bassa pianura.
Il grosso è stato nella fascia che va da Treviso a Portogruaro. Il temporale è stato molto forte ed ha dato vita ad una tremenda grandinata e a raffiche di vento violente.

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Grazie alle foto di Biancolini Alekos fatte tra Loncon, Annone Veneto e Cinto Cao Maggiore, possiamo vedere i danni generati dal potente downburst.

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Questa invece la grandine al suolo a Chiarano, vicino a Cessalto, accumuli superiori ai 10 cm in alcuni punti.

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Grandine al suolo a Chiarano diverse ore dopo il passaggio del temporale foto di Giorgio Pavan.

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Grandine caduta nel Portogruarese dal forum di MeteoNetwork,  foto dell’ utente Marcoan

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Una collaborazione MeteoTriveneto/MeteoNetwork Veneto:
Giorgio Pavan – Giuliano Nardin – Massimo Michieli – Stefano Stevanato.

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Giovedì 11 luglio, come mostravano i modelli, sulla nostra zona, in serata si è abbattuto un forte sistema temporalesco che ha investito in maniera intensa il portogruarese e il territorio di Caorle. Su quest’ultima si è abbattuta una violentissima grandinata che ha vestito la cittadina balneare con un’ atmosfera inusuale per questa stagione.

Vento impetuoso, grandine, pioggia. Gli elementi che hanno deciso di mostrare tutta la loro potenza.

Eraclea è stata colpita da forte vento di downbrust seminando il panico tra residenti e turisti, con un fuggi fuggi generale tra coloro che al momento dell’arrivo del temporale si trovavano fuori di casa.

A Caorle si segnalano grandinate persistenti, i chicchi i grandine hanno dato l’impressione quasi di una nevicata, lasciando a terra uno spesso manto bianco.

Sempre a Caorle si segnala una vittima , un uomo di 65 anni, era sceso in cantina per verificare di persona la gravità dell’allagamento che aveva colpito casa sua, quando, scivolando sulle scale, ha battuto violentemente la testa.

Ingenti i danni pure nel settore agricolo: Grave la situazione per i seminativi: campi rasi al suolo con perdite dal 70% al 100%, del resto, per capire la forza  del vento di giovedì sera basti pensare che le rotoballe di paglia che pesano circa 3 quintali all’una sono state scaraventate nei fossi o in campi lontani da dove si trovavano. Sono oltre 2000 ettari di coltivazioni colpite duramente, i danni più ingenti sono senza dubbio sulle produzioni distrutte dall’intensità  della grandine.

Un po’ su tutto il territorio lungo costa , in modo eterogeneo, si hanno avuti danni  a case e alberature, tant’è che venerdì mattina la strada della Triestina Bassa è stata chiusa al traffico per qualche ora in modo di consentire lo sgombro delle ramaglie e alberi divelti.

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La cella temporalesca è scesa da Nord (zona Portogruaro) verso Sud prendendo in pieno le cittadine de La Salute di Livenza, S. Giorgio, Ottava Presa e infine Caorle.

animazione radar a visuale Sat24.com 

animazione radar Osmer FVG

 Il temporale era visibilmente forte e molto veloce nel suo spostamento, questa è la shelf cloud vista da La Salute di Livenza.

foto di Giorgio Pavan

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foto di Giorgio Pavan

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foto di Giorgio Pavan

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Il gust front del temporale che avanza sollevando polvere per diverse decine di metri di quota.

foto di Giorgio Pavan

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La Spiaggia di Caorle  imbiancata dalla grandine.

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fonte : Caorle.it

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fonte: AZ Video

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La testimonianza da Caorle  di Giorgio Pavan

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e per finire lo spettacolare video, stile American plains,  dell’onnipresente Giorgio mentre rincorre lo “storm”
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Una collaborazione MeteoTriveneto/MeteoNetwork Veneto:
Giorgio Pavan – Giuliano Nardin – Massimo Michieli – Stefano Stevanato.

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CONVEGNO “LA METEOROLOGIA VIAGGIA IN RETE”

Pubblicato: luglio 3, 2013 da altairtk in Uncategorized

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Ho il piacere di informarvi che:

MeteoNetwork Veneto in collaborazione con l’associazione Meteotriveneto organizza il convegno “La Meteorologia viaggia in rete”.

Relatori :

Alberto Gobbi, Thundertstorm Team MeteoNetwork

Osservare e riconoscere le nuvole”

Andrea Chini, Thundertstorm Team MeteoNetwork

Radar e satelliti meteo”

Giorgio Pavan, Meteotriveneto

Tornado e fenomeni meteo estremi”

Massimo Michieli MeteoNetwork Veneto

Servizi offerti da MeteoNetwork”

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Sabato 6 luglio ore 9.00 presso Scuola Edile Venezia, via Adige 2 (zona Carpenedo) Mestre (VE)

info mappa LINK

Come consuetudine l’evento sarà trasmesso in diretta streaming internet , LINK

Inoltre in collaborazione con la ditta Elledi shop sarà allestito uno spazio con personale specializzato per informazioni e visione di strumenti meteo.

Visto il periodo gli spazi messi a disposizione dalla Scuola Edile Venezia saranno climatizzati.

Locandina e altre info: LINK

Ingresso libero.

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24 giugno 2013: waterspout al largo della costa veneta

Pubblicato: giugno 25, 2013 da altairtk in Uncategorized
Dopo un periodo di calma meteorologica grazia alla stabilità che solo l’anticiclone “africano” riesce a donarci, ecco che durante questo fine settimana si è guastato il tempo con un deciso calo termico.
Temporali e acquazzoni diffusi hanno interessato il nord est e la nostra zona in maniera più o meno discontinua da sabato.I modelli a scala locale mattutini hanno confermato quello che da diversi giorni si intravedeva nella previsioni: il rischio waterspour ovvero  di trombe marine.
I modelli WRF di MeteoNetwork di oggi si rivelano molto precisi.
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convergenza al suolo di fronte le nostre coste

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probabilità di eventi vorticosi
wrf_NSTP_nord.000005
wrf_SWEAT_nord.000005
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Shear favorevole
wrf_Shear_0-1km_nord.000005
wrf_Shear_0-6km_nord.000005
Infatti, puntualmente, è comparso il temporale che ha dato origine ad una gigantesca tromba marina.
Animazione radar OsmerFVG
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Da Caorle (VE) spiaggia di Levante vista da webcam
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Sempre da Caorle immagine dai social network
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Da Jesolo (VE) immagine dai social network
foto
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Da Stretti di Eraclea, foto di Giorgio Pavan
24 giugno 2013, waterspout on the Adriatic sea
24 giugno 2013, waterspout on the Adriatic sea
Tromba d’aria in dissolvimento:
24 giugno 2013, waterspout on the Adriatic sea

Una collaborazione MeteoTriveneto/MeteoNetwork Veneto:
Giorgio Pavan – Giuliano Nardin – Massimo Michieli – Stefano Stevanato

Spettacolare supercella in alto Adriatico

Pubblicato: giugno 11, 2013 da altairtk in Uncategorized

In accordo con le mappe di previsione fornite dai modelli, verso le 18 di ieri si è formata una cella temporalesca autorigenerante che ha avuto una vita di oltre 6 ore.
Partita da Lignano, ha esaurito la propria vita più a sud, al largo delle costa del Veneto Orientale assumendo per ben due volte,  la caratteristica di supercella.

immagine  satellitare –  fonte Sat24.com
immagine radar fonte Osmer

Dall’animazione si nota come la cella abbia più volte assunto una caratteristica forma aV. Questo è un primo indizio per validare l’ ipotesi di supercella.

Si noti come la cella tenda a traslare verso destra assumendo un movimento autonomo rispetto gli altri temporali.

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Caorle (VE) ore  22 e 30 circa, evidente rotazione e wall cloud  foto di Giorgio Pavan

Nella foto sopra, si nota come ci sia un l’abbassamento della wall cloud.
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In seguito, il temporale ha dato origine ad almeno  due trombe marine.

10 giugno 2013

Il dinamismo delle nubi e la rotazione dell’updraft del temporale erano così evidenti e rapidi che in una foto di 10 secondi di esposizione si nota un mulinello tra le nubi.

10 giugno 2013

Altro scatto in cui si vede bene la nube a muro

10 giugno 2013

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Timelapse di Giorgio Pavan

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la cella vista dalla penisola del Cavallino (VE) , località Treporti,  foto di Giuliano Nardin

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Ben visibile anche da lunga  distanza.
Questo uno scatto della webcam situata sul Monte Grappa

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Una collaborazione MeteoTriveneto/MeteoNetwork Veneto:
Giorgio Pavan – Giuliano Nardin – Massimo Michieli – Stefano Stevanato